mercoledì 25 maggio 2011

C’era una volta la Ferrari – Qualche piccola riflessione


Ho avuto la fortuna di avvicinarmi alla Formula Uno alla vigilia di quella che è stata senza dubbio una delle epoche più vincenti per la Rossa di Maranello: era il ’99 e, nonostante l’incidente di Schumi a Silverstone, si avvertiva che la svolta era davvero vicina per la Ferrari.
E infatti, dal 2000 in poi, abbiamo assistito ad una cavalcata trionfale che ha regalato successi, mondiali, e soprattutto tantissime EMOZIONI.



Michael Schumacher ha raggiunto traguardi incredibili, il Cavallino Rampante ha fatto scuola dal punto di vista tecnico, strategico, manageriale. Il mito Ferrari è probabilmente rinato dopo i 21 anni di buio precedenti al ritorno al mondiale nella massima serie.
Come detto, sono arrivata appena prima di tutto questo; ma da tifosa e appassionata ho avuto modo di conoscere quanto era successo prima: l’iride che non arrivava, le vittorie sfumate all’ultima gara, la tensione all’interno del team.
Ma la vittoria è poi arrivata, carica di un significato così grande che gli anni seguenti sembravano quasi magici, per la facilità con cui gli uomini in Rosso, tutti, trionfavano sulle piste di mezzo mondo.  
Tutti, nessuno escluso, in un gruppo che ha fatto la differenza per un buon decennio, unito in ogni circostanza. Una squadra consapevole del suo grandissimo potenziale ma anche dei propri limiti.
Potrei fare dei nomi, ma probabilmente questo devierebbe dal significato che voglio dare a questo post, che parte da lontano, dagli anni in cui la Ferrari vinceva tutto, per arrivare ad uno dei tristi verdetti di questi giorni, ovvero il sollevamento dall’incarico del DT Aldo Costa.
Vettura sbagliata, poco estrema, meccanici lenti, strategie illogiche…quante ne abbiamo sentite ultimamente  a proposito della Rossa? Troppe, soprattutto se le fonti di queste accuse sono spesso meno credibili dei discorsi da Bar dello Sport.
…Ma per fortuna esistono anche i giornalisti che sanno far riflettere…
Normale, giustissimo pretendere che il Cavallino torni a vincere; sbagliato, invece, improvvisarsi giudici che puntano il dito contro questo o quel peccatore di turno.
Il pilota non parla, lo stratega non azzecca le soste ai box, i tecnici non sfornano vetture competitive.
Manda via il pilota, accusa lo stratega, cambia ruolo ai tecnici. Perché così, gira e rigira, si riuscirà a trovare l’assetto vincente di questa squadra, no? NO.
Gesti un po’ clamorosi, che hanno dato fiducia a quell’opinione pubblica desiderosa di vittoria, che hanno punito i colpevoli, facendo pulizia in squadra. Eppure, la soluzione stenta ad arrivare.
Perché oggi, arrivati alla quinta gara del mondiale di F1, la Ferrari è ferma alla condizione poco felice del 2009, quando si accusava un pilota di non saper portare alla vittoria una vettura, anche in quel caso, nata male. Eppure il pilota aveva vinto a Spa, mostrando tutto il suo carattere e il suo talento.
Il suo sostituto, pur giocandosi il titolo l’anno successivo, non ha di certo portato la rivoluzione tanto proclamata: mondiale perso all’ultima gara per un errore di strategia, con conseguente epurazione dell’ingegnere di turno.  
Oggi, lo stesso pilota, pur tra i migliori in pista, soffre una vettura ancora una volta non all’altezza della concorrenza: non resta che mandar via chi l’ha progettata, perché chi lo sostituisca possa ben risolvere il grande danno, a stagione in corso.
Sembra che questi avvenimenti abbiano tutti il loro senso logico; eppure, a ben guardare, l’unico senso di cui si può parlare è quello di smarrimento, di cui la Ferrari soffre da troppo tempo.
Sarà una polemica (forse sterile) la mia, ma questa Rossa non trova il collante al suo interno, non trova un leader, non ha motivazione. I proclami e le promesse ci sono, ma ci sono anche le accuse, il disorientamento, la triste necessità di voler far sapere al mondo (sportivo) che si sanno punire i colpevoli di questa debacle.  
Ci si affretta a rimescolare le carte quando i risultati non arrivano, soprattutto se questi non arrivano quando si gioca in casa dello sponsor principale, che a quanto pare si è affrettato anche lui a manifestare il proprio disappunto.
Si impongono obiettivi da realizzare, aut aut, nella speranza che una singola gara con una brillante prestazione possa servire a rialzare un campionato.
Ma è ancora una bella Ferrari questa?
Ho visto abbastanza stagioni da imparare che sì, certo, la sfortuna e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, ma un titolo si conquista in ogni singola gara, dalla prima all’ultima.
Ho anche visto abbastanza vittorie da comprendere che queste arrivano quando il gruppo è saldo, quando le difficoltà si superano nel silenzio del lavoro, senza proclami o guerre intestine.
 Ho vissuto oramai due stagioni molto simili per capire che forse non sempre è giusto abbandonare lo sviluppo di una vettura tentando di migliorare quella per il campionato successivo.
Ho infine visto troppe poche corse per capire, purtroppo, che non sempre tutto è cristallino e pulito come si vorrebbe…
Forse il lavoro di Costa non era effettivamente il migliore possibile per battagliare con le rivali del momento, ma è a mio parere lo specchio di questo andamento nebuloso della nostra Ferrari.
Io sto percependo con grande tristezza questo smarrimento, e non so quanto i gesti repentini degli ultimi giorni possano cambiare a breve le cose.
Un post lungo che ha l’impronta dello sfogo, ma che giro a voi: qual è la vostra opinione?

p.s. : una situazione, quella del Cavallino, che di certo non è aiutata dal confuso stato in cui si trovano i regolamenti del campionato: verrà presto il momento di sfogarsi anche su questo argomento! 

2 commenti:

  1. Anche se io e la F1 siamo due mondi uno all'opposto dell'altro, trovo che questo articolo, queste tue riflessioni siano bellissime.
    Lasciano trasparire quella che è la tua passione più grande, il tuo amore per quel rosso fiamma che ha sempre caratterizzato la Ferrari. In poche parole, la tu vita.
    Bravissima! :*

    http://thedevilwearssammy.blogspot.com/

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  2. grazie mille Sammy!
    sono contenta che dalle mie parole traspaiano queste cose, nonostante ultimamente sia un po' delusa da questo sport! ;)

    :*

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